Truffa del bancomat, maxi rimborso per una donna di Como: "Così ho ottenuto 12.900 euro"

Una donna di Como è riuscita ad ottenere un rimborso da 12.900 dalla sua banca in seguito ad una truffa tramite la quale le era stata sottratta la cifra dal bancomat a sua insaputa. Come ha fatto. 

Le truffe, sia online che non, continuano a fare numerose vittime, ma in alcuni casi giungono anche buone notizie. Di tanto intanto, infatti, emergono vicende in cui le vittime riescono ad ottenere il risarcimento delle cifre sottratte con l'inganno. È quanto accaduto ad una donna di Como, vittima della truffa del bancomat.

La vicenda è stata portata alla luce da Confconsumatori: stando a quanto riferito, ad una risparmiatrice di Como erano stati prelevati 12.900 euro dal conto corrente bancario tramite una truffa online. Avendo il bancomat in scadenza, nel settembre 2023 la donna era stata contattata da un sedicente operatore di call center bancario che le aveva annunciato l'invio della nuova carta, avvisando che il pin sarebbe rimasto invariato.

Truffa del bancomat, la banca obbligata a restituire l'intera cifra alla correntista di Como

Truffa del bancomat, risparmiatrice ottiene rimborso da 12.900 euro
Risarcimento da 12.900 euro per una risparmiatrice di Como vittima della truffa del bancomat

La risparmiatrice, però, non ha mai ricevuto la carta; allo stesso modo, la banca non ha mai provato di averla inviata. Qualche settimana dopo la telefonata, la donna si era rivolta alla filiale del suo istituto bancario chiedendo delucidazioni sulla carta: l'istituto le aveva riferito che la nuova carta era attiva da 6 giorni e che i malviventi le avevano prelevato 12.900 euro. La donna aveva così deciso di rivolgersi all'associazione per cercare di difendersi dalla truffa ai suoi danni.

L'associazione ha contestato alla banca l'invio della carta a terze persone, chiedendo all'istituto la prova dell'invio della tessera e del luogo del recapito. La stessa associazioen ha anche contestato il superamento dei limiti di prelievo giornaliero e mensile, oltre alla mancata offerta del servizio "sms alert", e la clonazione del pin, che la donna non aveva mai divulgato a terzi. Inizialmente, l'istituto bancario aveva deciso di restituire alla vittima la metà dell'importo che le era stato sottratto.

La donna, però, non aveva intenzione di rimetterci l'altra metà della cifra. Per questo motivo, con il supporto dell'associazione, si era rivolta all'Arbitro bancario. Poche settimane fa, il collegio Abf di Milano ha imposto alla banca di restituire l'intera cifra, osservando la fondatezza di tutti i rilievi presentati dall'associazione. La donna, dunque, riceverà anche gli altri 6.450 euro che le erano stati sottratti.

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